Collegato ad altre analoghe realtà e, in primo luogo, alla Associazione Amici di Cesare Brandi, l’Archivio funziona come centro informativo specializzato nel restauro dei Beni Culturali.
Al momento esso può contare sulla Biblioteca del prof. Giuseppe Basile, costituita da circa 930 volumi tra pubblicazioni specialistiche e didattiche nel campo, in italiano e anche in lingua straniera.
Malato da tempo, si è spento all'età di 71 anni
Sotto la sua sapiente direzione sono tornati a vivere gli affreschi di Giotto della Basilica di Assisi sbriciolata dal terremoto, e quelli della Cappella degli Scrovegni, ma ha lavorato anche per il Cenacolo di Leonardo, a santa Maria in Trastevere per l'icona della Madonna della Clemenza, a Palazzo te di Mantova per i dipinti murali e gli stucchi di Giulio Romano.
A 71 anni, malato da tempo, è morto lo storico dell'arte Giuseppe Basile, grande nome del restauro italiano. L'annuncio arriva dal sindaco di Castelvetrano in Sicilia, suo paese natale. E dalla capitale Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la bellezza, sottolinea con commozione che Basile ''è stato uno degli storici dell'arte che più hanno concorso a segnare in senso positivo la storia del restauro dei nostri beni culturali''.
Laureato in Storia dell'Arte all'Università di Palermo dove fu allievo di Cesare Brandi, Basile era entrato per concorso all'Istituto Centrale per il restauro come funzionario storico d'arte e lì aveva incontrato un altro grande, Giovanni Urbani. All'Icr ha diretto dal 1987 il Servizio per gli interventi sui Beni artistici e storici.
Ha anche insegnato alla Scuola di Specializzazione in Storia dell'arte all'Università ''La Sapienza'' di Roma (Teoria e storia del restauro delle opere d'arte), è stato membro ordinario della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione per l'Archeologia sacra dal 1995. Ha diretto numerosissimi restauri in Italia ed all'estero, lavorando in molte zone terremotate, dal Belice al Friuli.
Fu lui, da Dirigente dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma- ricordano dal comune di Castelvetrano- ad opporsi nel settembre del '97 nella basilica di Assisi terremotata alla rimozione con le ruspe delle macerie che si erano accumulate sotto la volta e a recuperare poi gli affreschi ridotti in 120 mila frammenti.
Ma tra le tante altre opere che ha diretto ci sono anche la Cappella degli Scrovegni a Padova, l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci a Milano ed il Palazzo Te a Mantova, il restauro dell'Annunciazione di Antonello da Messina.
Tra i suoi restauri c'è stato anche quello del cavallo di bronzo della Rai, opera dello scultore Messina, che era stato attaccato da smog e piogge acide e che Basile, ricorda oggi Emiliani, volle far restaurare con lo stesso impegno col quale si era applicato, per esempio, al restauro della giottesca Cappella degli Scrovegni a Padova sottolineando i danni che la sosta prolungata dei visitatori procura agli affreschi. ''In un'ora, ogni visitatore'', ripeteva, ''soltanto respirando, emette un litro di umidità''.
Basile, ricorda ancora Emiliani, ha sostenuto instancabilmente la necessità di puntare soprattutto sull'accoppiata prevenzione/manutenzione. Collaborò con Pio Baldi alla carta del rischio che - sollecitata dall'allora sottosegretario Luigi Covatta - doveva monitorare ben 7.000 monumenti. Dedicò molto impegno all'Associazione Amici di Cesare Brandi e al ricordo attivo dei suoi maestri, Brandi in primo luogo, ma anche Urbani.
Era da poco in pensione - è sempre Emiliani che lo ricorda - quando ci fu il terremoto dell'Aquila. ''Si pagò da sé l'assicurazione e si presentò nella gemma dell'Abruzzo pronto a dare il contributo della sua straordinaria esperienza. Ma venne rimandato a casa. Un grande intellettuale , un operatore che ha servito lo Stato e i beni culturali con una devozione e una passione straordinarie''.